NON E’ FACILE

E’ inutile illudersi: non è facile.

La vita, intendo.

Ho smesso coi facili ottimismi. Dovevo sapere la verità.Non c’è trippa per gatti. Stare al mondo non è una passeggiata. E’ molto spesso divertente, ma alle volte bisogna ammettere che rompe i maroni.

Se vuoi il successo, a meno che non nasci milionario, devi farti il culo. E anche se sei il milionario, non è detto che col solo denaro tu possa fare di te una persona di successo.

Hard work. Martella. Fai.

Qualsiasi attività in cui tu voglia avere un minimo di realizzazione richiede impegno e forze fisiche e mentali. Soprattutto grandi dosi di persistenza.

Sapere che non è facile, nè per te nè per nessuno, non è poi cosi male.

Io la trovo una realtà tanto fredda e dura, quanto potente e veritiera.

Tu sai che non puoi contare su niente e su nessuno. Che non è questioni di sfiga. E’ una questione tra te e te.

Devi andare da A a B e il pilota sei tu. Tu decidi come e soprattutto che vuoi arrivarci.

E’ la quintessenza dell’neoumanesimo.

Del SE VUOI, PUOI.

Anche se non è facile.

VAFFANCULO

E vaffanculo.

Presente quando dopo tanto tempo che le cose vanno bene, senza motivo, senza spiegazione, ti senti un po’ perso, più insicuro, più ansioso, meno connesso, meno sereno?

Ecco, questa è la mia situazione.

Non ci sono tragedie, non ci sono grossi fallimenti, anzi il bilancio è positivo. Però scazza. Da’ fastidio.

Fa parte del gioco. Fa parte del surf di cui ho parlato in precedenza.

Cosa fare allora?

MAI LAMENTARSI.

Come ho già detto. Fa parte del gioco. Dobbiamo vederlo come uno stimolo a fare di più, a fare meglio, a rilassarci e a lasciarci andare.

Proprio perchè la situazione ti scazza, perchè ti da’ fastidio, non devi darle potere ma anzi devi metterla a tacere. Devi tacciare la tua mente, perchè è quella la fonte del problema. E’ pronta a farti sentire in colpa e inadeguato in ogni occasione.

E’ la vocina del diavolo. Ma tu sei il padrone della tua mente. Tu decidi a cosa e a chi dare retta. Puoi decidere di rifiutarti di fare la parte della vittima, del malato, dello stanco. Puoi rifiutare ogni alibi. Puoi anche sfogarti, sei umano.

Ma poi torna subito in carreggiata. Sei tu il pilota.

Formula e ripeti dei mantra, delle parole, delle frasi che per te hanno significato. Delle ancore di salvataggio a cui aggrapparti quando il mare è burrascoso. Ti daranno direzione, forza, sicurezza. Quando le cose andranno meno bene, saranno l’appiglio giusto per non affondare.

Incomincia con…vaffanculo. Vaffanculo a tutto ciò che ti rema contro.

Fanculo e fatemi passare, che ho da fare.

PERFETTO, OVVERO MALATO

Sempre più sono convinto del fatto che perfetto sia sinonimo di malato.

Pensaci un attimo. Trovami qualcosa di perfetto. Non esiste in natura la perfezione.

E’ una sega mentale umana.

Ogni giorno siamo bombardati di messaggi, il cui unico scopo è farci sentire inadeguati e sbagliati. Siamo troppo rugosi, troppo poco abbronzati, mai abbastanza “portati”,mai abbastanza intelligenti, mai abbastanza “fortunati”, siamo solo e unicamente peggio di come dovremmo essere.

E così ti dimentichi di essere e basta. Ti dimentichi che anche se la società ti vorrebbe in un certo modo, tu puoi essere cosa e come vuoi.

Tutto questo pensare, questo spasmodico movimento verso una perfezione che non c’è non ti aiuta. Uno dei sintomi peggiori del perfezionismo è l’immobilismo che causa. Pensi troppo e finisci per fare poco. E male.

Ti incateni da solo.

Quando invece dovresti solo fare un bel respiro, sorridere e fare quello che senti più giusto per te.

E chissefrega se sbagli, se non va esattamente come vorresti, se qualcuno ti critica.

Tu avrai espresso te stesso al 100%, ti sentirai libero come non mai.

E sai che anche se non sei perfetto, sei degno di essere rispettato e ricompensato con tutto il successo che meriti.

Lasciati andare. Ubriacati. Grida. Fai il pazzo.

Afferma un forte NO di fronte alle paure e alle critiche.

Grida un SI alla vita.

SURF

Impara a surfare.

La tua, la nostra esistenza non ha senso alcuno. Quando la vita va di merda, quando anche senza spiegazione sei triste, negativo, malinconico, rinunciatario, lasciarsi andare è un attimo.

Crollano le certezze. Non hai più fiducia in te. Magari anche solo per un piccolo fallimento. Una cosa da niente. Brutta magari, ma che si sistema. O col tempo, si supera.

Ci sono giorni, settimane, periodi in cui ti chiedi perchè non vada come vorresti, perchè non è più come prima.

Vedila così: la vita è come un onda continua. Un moto armonico, per chi l’ha studiato.

Alti e bassi. Cresta e ventre.

Non è piatta, è un continuo divenire.

E tu chi sei allora? Sei il SURFISTA.

Quello che aspetta l’onda giusta per buttarsi nel mare pericoloso della paura, dell’ignoto, del fallimento.

Il surfista cavalca l’onda. E quando non c’è l’onda giusta, sta a terra. Aspetta. Sa che arriverà l’onda giusta.

Non si butta a caso. Altrimenti affonda.

Non affondare.

Trova l’onda che ti piace e cavalcala. Scegli il tuo stile, quello che vuoi fare.

Trova una causa per cui valga la pena aspettare a riva una vita intera. Preparati al meglio delle tue possibilità per affrontare l’onda che stai attendendo trepidante.

E quando arriva vai.

E se cadi?

Ripeti. Torna a riva e aspetta la prossima.

Che il mare non si ferma mai.

25.195

25.195.

Sono i giorni di vita media di un umano medio. L’ho sentito in una pubblicità su Spotify (evidentemente molto azzeccata).

Pensaci. Quanti anni hai? 20? 30?

Moltiplicali per 365.

Sottrai a 25.195 il risultato. Ecco i restanti giorni che hai da vivere.

Se va bene.

A meno che tu non abbia 90 anni, direi che in ogni caso il risultato è un numero sufficientemente alto per essere felici: hai ancora tutti quei giorni per fare ciò che vuoi.

Però guarda l’altro numero, i giorni passati, dietro di te. Quelli anche sono tanti e non torneranno più indietro.

17.530.

I giorni che (in teoria) mi rimangono da vivere.

Questo è un numero, nè bello nè brutto. E’ la realtà.

Ammettilo, sono tanti, ma non saranno mai abbastanza. Vorresti milioni di giorni, non qualche migliaio.

17.530.

Da ora in poi questo numero (il tuo, non il mio) è il tuo capitale. E’ al sicuro in un conto corrente chiamato vita.

E’ la tua più grande ricchezza.

Ora che lo sai, puoi iniziare ad agire consapevolmente, ad investire tot giorni per raggiungere gli obiettivi a cui tieni.

E sai anche che se te ne fregherai, gli interessi continueranno comunque a scorrere, erodendo il tuo capitale.

Assumiti una responsabilità e decidi come investire il tuo capitale. Nessun altro lo farà per te.

MAI LAMENTARSI

MAI LAMENTARSI.

MAI.

Non serve a nulla. E’ solo uno sterile vittimismo. Alla gente non gliene frega un cazzo dei tuoi problemi quotidiani, dei tuoi malumori, delle tue fatiche. Ognuno è già troppo impegnato con i suoi di problemi.

E’ inutile prendersela con Dio, con tua madre, con il tuo partner, col vicino di merda.

La differenza la fai tu. Cos’è che ti da fastidio?

E’ qualcosa di davvero importante?

Sicuro non sia colpa TUA?

C’è un rimedio? SI.

Ti interessa risolvere o vuoi continuare a lagnarti?

Quando qualcosa non va o te lo sei cercato o capita e basta; in ogni caso è un messaggio importante. Ti pone di fronte a una domanda:

Quello per cui sto lottando vale davvero lo sforzo di ogni minuscola cellula del mio corpo?

AGISCI

AGISCI.

Così inizia il primo sermone.

Un imperativo semplice, efficace, chiaro. L’azione mi ha portato qui, a raccogliere idee e materiale di alta qualità, per soddisfare le esigenze di chiunque voglia un po’ di motivazione e ispirazione per vivere la vita che vuole davvero.

Per FARE ciò che vuole davvero.

Tutto alla fine si riconduce alle azioni. Siamo definiti dal nostro agire. Tutta la merda che ti racconti in testa non conta niente.

Ogni giorno, col tuo (non) agire definisci chi sei nel mondo.

L’azione è il principio primo e ultimo, per questo è nel primo sermone, ma tornerà sempre.

Puoi continuare a fissare lo schermo. Oppure puoi alzare il culo dalla sedia e AGIRE.

AGISCI!